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mercoledì 21 novembre 2007

Riga


Mi sono svegliata alle 15. Un ora di luce e ritorna la notte. La neve polverosa è volata via ed è rimasto solo un po' di ghiaccio. Il ritorno dalla capitale lettone è stato un po' un odissea. Di corsa per non perdere l'ultimo treno, sempre qualcuno da aspettare e da cercare. Un thè ed eccoci a casa, dopo un autobus 2 taxi e un aereo. Un briciolo di malinconia, come in ogni ritorno.

Riga è la città delle ragazze vestite da Barbie con tacchi vertiginosi e gambe lunghissime e dagli uomini con la faccia da teppisti con portafogli straripanti. C'è chi, fa cadere gli spiccioli e chi, con le rughe sul volto, è pronto a raccoglierli. C'è chi, con forse una settantina d'anni alle spalle riesce a ballare per ore nell'aria gelida. Piroette identiche come la musica ritmata che si diffonde per la via principale. I turisti increduli, sopprimendo a fatica le risate lanciano più occhiate sarcastiche e divertite che monetine.
Arrivederci città scintillante e diroccata.
Chi si aspettava un' anonima piccola capitale di un piccolo stato satellite del gigante russo è rimasto a bocca aperta...
La storia anche lì ha lascito tracce del suo passaggio seminando guglie e chiese dalle cupole bordate d'oro. Per noi venuti dalla Finlandia di betulle, laghi e cemento intonacato di bianco camminare per le strade dissestate dal tempo è stato un po' come tornare a casa. In una via non lontana dall'ostello, una pasticceria e un ristorante di specialità lettoni ha donato un po' di felicità ai palati ormai arresi alle salse agrodolci finlandesi.
Nel mercato dai mille colori e espressioni, un'incredibile abbondanza di tessuti maculati o zebrati, frutta secca, pesci affumicati e carpe boccheggianti nelle vasche dall'acqua torbida. Della venditrice di miele, seduta dietro il castello di vasetti si vedevano solo gli occhi. Per una strana coincidenza abbiamo beccato il giorno nazionale: parata militare e fuochi d'artificio...

Erano 2 mesi e 20 giorni che non uscivo dalla Finlandia. Uscire da questo paese apparentemente senza disugualiaze sociali e mediamente piuttosto benestante vuol dire restare un po' spiazzati davanti a certe cose. E' l'innocenza e l'onestà finlandese che mi hanno contagiato?


Dovevamo essere 18. Cinque non sono partiti, Ste si è aggiunto e Chao non ha potuto lasciare Tampere per un inghippo coi documenti. Momento di disperazione. Un vero peccato che non sia potuto venire, proprio lui che con Giò aveva organizzato tutto... Comunque sia, il suo "come oooon" mi ha sostenuto nei momenti di stanchezza.
Dunque ci siamo lasciati dietro la Finlandia e la neve e siamo volati via. Tredici: Manuel, Martin, Ewelina, Zefirina, io, Ste, Giovanni, Valerio, Federico, Jana, Yoana, Ziva, Eliza. Come sempre accade poi abbiamo incontrato in giro per Riga altri ragazzi di Jyv... i voli gratis non passano inosservati?


Saluto Ste che se ne va una mattina, "scarabattolando" con il trolley viola e vola a Stoccolma per andare a casa nel modo più cheap. Grazie a Ste ora Manuel dice:"Grandissimo!" e Eliza:"Che palle". Martin quando gli chiedo perchè dicono Stefàno e non Stèfano saggiamente mi risponde che Stefàno sembra più italiàno come nome...

Comare Coletta

« Saltella e balletta
comare Coletta !
Saltella e balletta ! »

Smagrita, ricurva, la piccola vecchia
girando le strade saltella e balletta.
Si ferma la gente a guardarla,
di rado taluno le getta denaro;
saltella più lesta la vecchia al tintinno,

ringrazia provandosi ancora
di reggere alla piroetta.
Talvolta ella cade fra il lazzo e le risa:

nessuno le porge la mano.

« Saltella e balletta
comare Coletta !
Saltella e balletta ! »

– La tua parrucchina, comare Coletta,
ti perde il capecchio !
– E il bel mazzolino, comare Coletta,
di fiori assai freschi !
– Ancora non hanno lasciato cadere
il vivo scarlatto.
– Ricordan quei fiori, comare Coletta,
gli antichi splendori ?
– Danzavi nel mezzo ai ripalchi,
n’è vero, comare Coletta ?
Danzavi vestita di luci, cosparsa di gemme,
E solo coperta di sguardi malefici, vero ?
– Ricordi le luci, le gemme ?
– Le vesti smaglianti ?
– Ricordi gli sguardi ?
– Ricordi il tuo sozzo peccato ?
– Vecchiaccia d’inferno,
tu sei maledetta.

« Saltella e balletta
comare Coletta !
Saltella e balletta ! »

Ricurva, sciancata,
provandosi ancora di reggere alla piroetta,
s’aggira per fame la vecchia fangosa;
trascina la logora veste pendente a brandelli,
le cade a pennecchi di capo il capecchio
fra il lazzo e le risa,
la rabbia le serra la bocca
di rughe ormai fossa bavosa.
E ancora un mazzetto
di fiori scarlatti
le ride sul petto.

« Saltella e balletta
comare Coletta !
Saltella e balletta »

ALDO PALAZZESCHI

3 commenti:

Unknown ha detto...

la compagnia è stata grandiosa.
gente viva genuina saggia e giovane.
Le citta assolutamante da rivedere e solo una birra del Lido vale un prossimo ritono a riga.

Anonimo ha detto...

Sei ore nel bagno dello skyterrace.. la foto vale la lunga attesa.
Grazie a Riga e al gruppetto che l´ha inondata.
"Grandioso" direbbe Manuel..

Giovanni

Fede ha detto...

confermo lo shock provocato dal ritrovarsi immersi in una città antica, affollata, del lavoro, dinamica, della crescita economica supefacente ma anche delle differenze.
Grazie a chi ha avuto l'idea del viaggio e a tutto il gruppo. Kippis alla cena in ostello con calorica pasta pomodoro e pancetta, salmone e peperonata. Alla fine deliziosa.
Un grazie a Marina per il suo diario.

Federico