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lunedì 31 marzo 2008

People are people everywhere

Due treni e un autobus, per un totale di 6 ore di viaggio, ed ecco che rivedo Jyv, la trovo come l’ho lasciata: innevata e relativamente tranquilla. Con il bus, nella prima parte del viaggio ho avuto l’opportunità di passare tra i paesini più piccoli. "Si vede di più di quello che si vede viaggiando in treno".
A dir la verità non ho visto nessun paesino, se non qualche casetta solitaria nella foresta. Anche la mia concezione di paesino è stata ridimensionata…
Ho lasciato una maglia e una spilla a Lieksa, come al solito, semino le cose in giro.
Uno spazzolino ad Berlino, un dentifricio ad Amburgo, una carta di credito a Dublino… sono irrecuperabile.
La mamma di Petri ringrazia tanto per le lasagne e dice che sono una ragazza adorabile. Io semplicemente non ho parole… mi hanno ospitato a “pensione completa”, con inclusa gita fuori porta a Koli. Il minimo che potessi fare era cercare di cucinare qualcosa. Così alla fine, con molto coraggio e un po’ di buona volontà mi sono messa a fare esperimenti con le ricette della mamma e la besciamella della nonna.
Mentre io ero alle prese con gli inaspettati grumi di farina che nella besciamella della nonna non ci sono mai stati, Petri con la giacca e il cappuccio delirava in preda ai fumi della febbre, sdraiato sul pavimento della cucina. Situazione tragicomica.
I genitori si erano diretti al cottage estivo, portando via Hilma, la volpina esagitata da me soprannominata “orransi koira” (cane arancione). Al cottage di legno, costruito dal padre, d’inverno ci si arriva solo sciando, dunque loro trasportano le cose fin laggiù su delle slitte che si trainano dietro.
Pikku veli Aki
(il fratello) invece è rimasto con noi nella “affollata” Lieksa.
Lui è la persona che capivo di più, quando parlava, forse perché risponde a monosillabi, e le sue frasi erano più che altro parole.
Mi ha ricordato un po’ il cuginetto Ale, per il fatto della loquacità e della stessa età. Timido con me, schivo con i genitori.
Avere diciotto anni lì o a Rimini... la differenza dell’ambiente circostante e degli stimoli che puoi avere da esso è ingente. Poi però si scopre che le persone sono persone, ovunque.
Scommetto che mio cugino e Aki, superata la sottile barriera linguistica (le barriere linguistiche infondo non sono nulla) si sarebbero trovati bene insieme, magari avrebbero parlato di “Lo Hobbit”e del "Signore degli anelli", letto rispettivamente in italiano e finlandese...

Loro dicono “kiitos” (grazie), alla fine di ogni pasto. Ho chiesto il perché, mi è stato spiegato che è rivolto a chi cucina, o chi ti da il cibo. Praticamente non esiste un “Buon appetito” all’inizio, ma solo un “grazie” alla fine.

Tra una lezione e l'altra forse faccio una comparsa al Cafè lingua. Poi meeting per Stoccolma.
Chao è in inter-rail, in giro per l'Europa con tre o quattro ragazze cinesi, spero che si stia divertendo, e che non abbia problemi di documenti Ispano-cinesi. D'altra parte spero che torni presto, è via da tanto e ora comincia a mancarci sul serio...
Martin dopo essere passato a Tallin è svolazzato a Londra dalla sorella, ma tornerà venerdì. Insomma, a Jyv le cose procedono come sempre...

4 commenti:

GiuSte ha detto...

Con un marziale e toccante inno russo, con tanto di coro dell'armata rossa, iniziamo il nostro consueto intervento del lunedì...siamo talmente trasportati dall'emozione dell'inno che riusciamo a vedere con nitidezza le truppe russe marciare nel freddo panorama russo-scandinavo, sotto gli sferzanti ordini del Generale Inverno e con un cielo plumbeo e carico di neve che funge da contorno...
Lo spettacolo è simile alla foto n.1 del tuo post che hai fatto allo sconosciuto passante dalla tua finestra...dal momento che però qui in Italia siamo in campagna elettorale ora dobbiamo ascoltare "Il Piave" per par condicio...
"tacere bisognava andare avanti...il Piave che mormorò...italico valore...non passa lo straniero" e via dicendo...
Ascoltiamo sempre un po' di musica per fare atmosfera leggendo i tuoi post...
Ora abbiamo scelto un meno schierato silenzio militare in variazione solo per tromba.
Io ed il camerata Stefano abbiamo ora gli occhi gonfi di lacrime per la nostalgia dei nostri compagni del lunedì sera rimasti sperduti nella campagna di Finlandia...
Quì l'inverno è passato, gli alberi presentano secondo un ciclico divenire le prime gemme sui rami sottili, tutto sembra non sia cambiato e infatti è così o almeno appare ma in realtà un'altro inverno è passato e ha fatto me e Stefano più saggi (Stefano mi suggerisce vecchi) e anche più vicini...ogni anno che passa sembra uguale all'altro ma inesorabilmente tutte le gelate e le successive gemmazioni rimangono con segni indelebili nel crescere dei nostri anelli o adirittura visibili sulle nostre corteccie a seconda se sono stati troppo rigidi o improvvisi.
Abbiamo letto con divertimento del tuo nuovo stimolo ad imparare il finlandese, o quel diavolo di lingua che si parla a quelle latitudini, e come i vecchi romagnoli giocatori di carte (dal tresette al maraffone) sorridendo ci diciamo che noi ce lo aspettavamo perchè...perchè le rondini volavano basso, perchè il mese di gennaio non era stato tanto caldo come lo scorso e...perchè ce lo sentivamo di dire...proprio come fanno quei simpatici vecchietti quando commentano/prevedono il clima o il raccolto di una stagione seduti nelle sere di primavera davanti al bar attorno a tavoli quadri ricoperti da millenarie tovaglie di plastica con fantasie scozzesi che variano dal marrone al verde marcio...ma in realtà la nostra è la paura di non sentirti più dire "amarcord" ma soltanto delle parole che non riusciamo nemmeno a pronunciare ma che ci dici vogliono dire cane arancione...soltanto una come te, con un impalpabile e leggera qunto spontanea vitalità poteva chiamare un cane non solo "cane" ma identificarlo univocamente aggiungendoci il cognome "arancione"...entrambi lo troviamo di una dolcezza incredibile...
Ora sulle note del "va pensiero" ti salutiamo e ci dirigiamo verso il letto perchè oramai qui sono le 23. E proprio nella tua direzione va il nostro pensiero su ali dorate...
Buonanotte "ragazza riccia"
Giuste

Unknown ha detto...

Da un bannato. Bandito di una festa alla quale mancavi.
Le tue lasagne aspettano rinchiuse nel forno un futuro migliore.
La prima delle implicite regole Erasmus l´hai infranta. Te la spieghero´ se non l´hai gia´ compresa.
Nel candido cuore finlandese, farcito di mirtilli.
S402. dietro al Bosco. dentro la realta´.

Marina Vallongo ha detto...

Per Giuste:
un diavolo di lingua, parole sante... Dopo il finlandese, tornata nella Romagna-Itaca imparerò il mio dialetto. Mi scoccia tanto non saperlo... ho uno zio super esperto nonchè sceneggiatore-attore-autore di commedie dialettali, lui mi potrà aiutare.
Oggi ho scoperto che il mio italiano si sta un po' deteriorando col tempo (ciò non implica un miglioramento del mio inglese...)ma mi rassicurano:mi ci vorrà poco più di una settimana, e ritornerà come prima. Spero vivamente di non dimenticarmi le altre lingue con la stessa facilità...

Marina Vallongo ha detto...

Che regola ho infranto?
La regola che so di aver infranto, volente o nolente è stata quella di versare latte bollente nella farina e burro, non il contrario. (Regola contro i grumi della besciamella, antica come il mondo). Ma questo è successo in passato, ora ho confessato e sono stata perdonata. Nell' S402 la besciamella era troppo liquida e facilmente infiammabile, come l'animo dei vicini vigili-dormienti.
Cos'altro ho infranto?
-Friggere pankcake polacchi? No, sono italiana, giurin-giuretto.
-Skippare due party di seguito tra cui un sacro e inviolabile Stammtisch? Mi pento e mi dolgo.
-Il ghiaccio del lago, con la bici?
-Il contributo UE+Unibo? Direi polverizzato più che infranto!
Attendo delucidazioni...