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mercoledì 6 febbraio 2008

Parti? Buon viaggio di cuore...

Ciò che mi era stato detto a settembre, da un ungherese che insegna educazione fisica ora è diventato realtà. Sorgeva un sorriso beffardo sul mio volto quando quell'omino spiegava a 400 studenti internazionali come posizionare il lucchetto delle bici (mai con la serratura verso l'alto). Il sole splendeva e c'erano poco meno di 6 o 7 gradi centigradi. Le sue dimostrazioni con doppi guanti e completo da sci per arrivare a lezioni senza principi di congelamento lo rendevano un po' strambo.
Ora, dopo la terza volta che, scongelato a fatica il lucchetto, trovo la bici rigida perchè i freni come tenaglie ghiacciate immobilizzano le ruote, penso a quel buon ungherese e ai suoi preziosi consigli.

Per l'ennesima volta si scioglie la neve qui, ma succede anche altro.

Presto dovremo salutare Nora. Da una settimana ha reso pubblica, entusiasta, la notizia: è incinta. Sente di non poter più stare qui. Non può vivere al Korthepohia, senza sentirsi fuori posto. L'appartamento che da settembre è ritrovo internazionale di chi perde tempo non solo coi party ma con anche i pre e after non fa più per lei. Niente più ore piccole, Stammtisch o esperimenti di salti con lo snowboard.
E' felice e torna a casa, a Vienna, dove la aspetta il suo ragazzo.
Per un paio di mesi il suo nome risuonerà di tanto in tanto negli aeroporti di mezz'Europa, scali di un viaggio che non farà dato che ha in grembo un progetto ben più importante...
Sono felicissima di averla conosciuta, così svitata, determinata, grintosa, estrema. Mi mancherà.

Giulia parte, tra qualche ora.
La immagino con la mia stessa impazienza e inquietudine dei primi di settembre, quando, dopo aver salutato tutti, con un residuo di incredulità ti accorgi che tutto ciò che conosci è alle tue spalle.
Davanti a te si srotola una strada da tracciare, da zero o quasi, che comincia da quando metti piede per la prima volta su quello che sarà il tuo stato adottivo e seconda patria.
Mi chiedevo chi avrei incontrato sulla mia strada, e quanto tempo ci avrei messo a entrare in confidenza con gli enigmatici amici-erasmus.
Sorridevo a chi mi diceva che sicuramente avrei trovato delle persone in gamba.
Chi può assicurarlo?
Quale buona stella fa si che tutto vada per il meglio?
Ricordo la valigia strapiena, e le cose che mi sembrava di aver dimenticato o lasciate in sospeso a casa.
Da Dublino a Tampere, nel mio folle volo di andata contro ogni buon senso dettato dai fusi orari, mi chiedevo come avrei fatto stracarica di bagagli a salire sul treno.
Quel treno mi avrebbe poi portato qui, nella città dal nome che ho imparato a pronunciare solo settimane più tardi.
Un abbraccio Giulia, buona strada ancora, amica mia!

Carnevale se n'è andato, e quindi mi dovrò trovare un'altra buona scusa per mangiare dolci.
Le minacce del burro e delle salse mi hanno spinto in piscina. A queste latitudini nuotare mi ha reso fischiettante e super-attiva per un intero giorno, chi l'avrebbe mai detto?
Sconvolta per l'ennesima volta dalle usanze nordiche. Niente camerini per cambiarsi, niente costume per fare la doccia o la sauna. Sono stata messa ancora alla prova, aiuto...
uno shock culturale al giorno toglie i pregiudizi di torno!

Le vicende insegnano che se offrono 30 euro alle persone madre lingua italiane per un registrare un dialogo che avrà uso didattico, tutti gli italiani nel giro di 4 km si offriranno come parlanti senza la minima inflessione regionale o accenti dialettali.

Tra le lezioni, i pomeriggi alla library e le serate passate a giocare a biliardo scorre tranquilla la vita qui, come se non fossero nulla, gli improvvisi cambiamenti ad ogni svolta.

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